LA VILLA DEI VENTI

Testi e fotografie Riccardo Poma

Nascosta in un antico, suggestivo borgo, la Villa dei Venti venne edificata negli ultimi anni dell’800 da un magnate dell’olio d’oliva che voleva una casa vacanze per la famiglia. Si tratta di un edificio molto particolare a livello architettonico: le forme liberty della facciata incontrano le suggestioni medievali dello scalone che svetta nel parco, i mosaici in stile bizantino (il tetto del pozzo, la pavimentazione della piscina) sono inseriti in un cortile da villa di mare (con tanto di palme).

I colori della facciata originaria sono svaniti sotto l’intonaco di un recente restauro strutturale, ma l’aspetto monumentale della villa è ancora ben visibile (se volete farvi un’idea delle dimensioni, scorrete fino all’ultima foto di questo post, in cui potete fare un paragone con la figura umana).

La prima stanza che vale la pena di essere raccontata è la cucina/sala da pranzo, restaurata in tempi recenti e dotata di uno strano camino in cui due commensali possono romanticamente prendere posto e cenare accanto (forse dentro?) al fuoco.

Altra stanza notevole è quella che poteva essere il soggiorno, luminosa e altissima ed sovrastata da un soffitto a cassettoni semplicemente magnifico. Subito dopo un altro capolavoro, uno spazio affrescato (e che affreschi!) davvero notevole. Proseguendo ci si ritrova nella stanza delle casseforti, un luogo che ci piace chiamare così perché…è piena di casseforti! In merito alla presenza di questi oggetti – che sembrano presi da un negozio più che da una casa privata – non sappiamo assolutamente cosa dire, ma il ritrovamento si inserisce di diritto nella categoria “cose assurde che potete trovare dentro le ville abbandonate”.

Il primo piano riserva parecchie sorprese, prima fra tutte un bellissimo affresco sul soffitto che segnala la presenza di un segnavento sul tetto. Un segnavento preciso e bellissimo che ancora funziona, che a distanza di tutti questi anni ancora sa dire agli occupanti (se mai ve ne fossero) quale vento sta soffiando fuori da quelle pareti. Proseguendo si arriva ad una serie di stanze meno fortunata di quelle del piano terra (strano, di solito è il contrario) in cui tutto – o quasi, e la posizione della villa non la mettiamo proprio per proteggere quel “quasi” – è stato portato via.

Chiamatela come volete – villa dell’olio, villa dei venti, villa della piscina: l’unica cosa certa è che lo sfarzo, qui da noi nel biellese, era di casa. Anzi, di villa. E in fin dei conti fotografare quello sfarzo prima che crolli sotto il peso dei suoi stessi anni è l’unico modo che abbiamo per ricordarcelo. E ricordarci che siamo stati grandi. Per davvero.

Thanks to Lori, Elis, Ele.

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2 thoughts on “LA VILLA DEI VENTI

  1. Grazie Riccardo per queste belle testimonianze di un tempo ,neanche poi troppo lontano, in cui le persone, senz’altro agiate, curavano così bene le proprie dimore nel culto del bello.Ma quanta tristezza però nel vedere lo sfacelo di oggi e grande indignazione e rabbia contro chi le depreda accelerando così il degrado del tempo che passa inesorabile. Complimenti ancora, come sempre.

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