THE SOUND OF SILENCE

UN VIAGGIO TRA RISTORANTI, NIGHT CLUB E DISCOTECHE DISMESSI IN PIEMONTE

Testi e fotografie di Riccardo Poma

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Il silenzio delle fabbriche è assurdo. Una fabbrica è voci, rumori, movimento. Allo stesso modo, forse addirittura in modo maggiore, appare assurdo il silenzio dei – scusate il luogo comune – luoghi della notte: dei night, delle discoteche, dei luoghi che tanto ci piace definire “della movida”. Luoghi pensati appositamente per ospitare il rumore, che sovvertono la temporalità (giorno/notte) e la motivazione (lavoro/svago) della fabbrica ma che ne condividono l’aspetto “sonoro” (soltanto in presenza di alti volumi, fabbriche e discoteche possono considerarsi “vive”).
Abbiamo preso un pezzo di carta, e scritto i nomi di diversi luoghi che, a memoria, sapevamo appartenuti alla vita notturna del triangolo risaiolo compreso tra le provincie di Biella, Vercelli e Novara. Abbiamo cercato quei luoghi di cui ci ricordiamo perché ci siamo stati – ahimè, quando eravamo un po’ più giovani e, sicuramente, un po’ più spensierati – di quelli in cui sono stati gli altri e ce lo hanno raccontato e di quelli che, molto semplicemente, ci ricordiamo abbandonati da sempre. Luoghi fotografati, in controtendenza rispetto ai nostri soliti post, specialmente dall’esterno, per evidenziarne le architetture talvolta strambe e talvolta esotiche, sempre però “fuori luogo”, fasulle, cozzanti col panorama delle risaie, delle villette bifamiliari. Non ho mai amato la discoteca, ne come luogo ne tanto meno come concetto: anzi, vedere queste facciate di cartapesta distruggersi per ovvie ragioni (sono di cartapesta!) mi fa venire in mente un facile parallelismo tra la volatilità delle architetture e quella, ancor più triste, dei rapporti che vi si creavano dentro. Ma sono anche certo che questi oramai tristi esempi di grigio squallore padano sono stati, per molte persone, luoghi di serate indimenticabili, di primi appuntamenti, di strusciamenti più o meno consenzienti. Luoghi insomma di vita, di vita vera, di cui questo triangolo di cui parlavo prima avrebbe nuovamente un disperato bisogno. In qualunque modo la si pensi, la chiusura di questi locali è sintomo di un’amarezza diffusa che ci ha portato a rifiutare lo svago, a starcene a casa perché “siamo senza soldi”. E chi davvero amava ballare, è costretto a fare centinaia di chilometri per trovare posti decenti. Quando – basta leggere i commenti ancora presenti in rete – i posti decenti li avevamo tutti nel raggio di una ventina di chilometri.

Il Maialetto, Santhià (VC)

MaiAletto (1)
Il nostro reportage sui luoghi dimenticati della movida parte dalla frazione di Vettigné, sede dell’omonimo castello abbandonato che sarebbe un vuotoaperdere mica da ridere. A poche centinaia di metri dal castello, tuttavia, sorge il Maialetto, un nome che è tutto un programma. Edificato negli anni ’80, in posizione isolata affinché “ci si potesse fare casino”, è stato, secondo gli autoctoni, diverse cose:
a) ristorante
b) motel
c) circolo per scambisti
d) ristorante
e) bordello cinese
f) ristorante
Sui punti a, d e f siamo disposti a mettere la mano sul fuoco. Sugli altri, vedete voi. L’unica cosa sicura è che il punto successivo, manco a farlo apposta il punto g, ovvero la condizione attuale , è quella di edificio dismesso utilizzato (per colpa della posizione tremendamente isolata) come un’ignobile discarica a cielo aperto che da anni le autorità tentano invano di ripulire. Si fa notare per l’audacia del nome, da un lato in grado di evocare appetiti (culinari o sessuali che siano) e dall’altro genialissimo nel suo suggerire un’apertura prolungata (Mai a letto) che probabilmente non fu mai effettiva (o che lo fu ammesso che il punto e fosse veritiero).

IL TOCCO PIU’ KITSCH: i merletti medievali sul tetto.

Il Mirage, Massazza (BI)

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Seconda tappa del nostro viaggio è Massazza, un luogo che per i biellesi è un non luogo, in quanto ci passano soltanto perché è costruito sulla strada che conduce Biella a Vercelli (e si incazzano perché hanno messo quelle colonnine per il controllo della velocità). In realtà Massazza non è affatto un brutto posto, e ha addirittura un castello che il 95% dei paesi biellesi si sognano. Comunque sia, di fianco ad un colosso dello pneumatico di cui non diremo il nome per evitargli pubblicità (non saprei nemmeno dire se sarebbe positiva o negativa), sorge l’incantevole – a partire dal nome – Mirage, un ex night club che tutti rammentano perché all’interno del cortile c’è uno degli oggetti più kitsch che la mente umana abbia mai saputo partorire: una statua della libertà in scala 1:45 (Massazza come Las Vegas) che vanta
a) terrificante lampione circolare al posto della fiaccola.
b) veste ricavata da una bandiera americana usata a mo’ di toga.

Non è chiuso da molto, e addirittura su internet se ne parla come se fosse ancora aperto.

IL TOCCO PIU’ KITSCH: c’è da chiederlo? Lady Liberty Power!

Il Cinecittà, Cossato (BI)

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La prima discoteca del nostro reportage sorge a Cossato, il più grande comune biellese. Fu una delle prime discoteche della zona, progettata appositamente per il suo scopo con un gusto architettonico decisamente funzionalista (zero finestre, è praticamente un cubo indistruttibile che sembra un incrocio tra il sarcofago di cemento della centrale di Chernobyl e una stazione ferroviaria inaugurata ai tempi del duce). Al di la di tutto, il Cinecittà fu, tra gli anni ’70 e gli anni ’90, una discoteca decisamente frequentata e apprezzata. Addirittura, tracce sul web indicano una super serata (febbraio 1998) con nientemeno che Alessia Mancini, ai quei tempi velina supersexy di Striscia la notizia. Verso gli anni 2000, tuttavia, il calo di utenti “giovani” (diretti verso Novara, in posti tornati di moda come Le cave e Il maneggio, che vedremo dopo) portò i proprietari a cambiare impronta al locale, rendendolo una balera aperta anche il mercoledì sera in cui un pubblico un po’ più maturo poteva ballare, senza influssi techno e hardcore, del buon, sano latino americano. La scelta pagò per qualche anno, ma alla fine le porte si chiusero.

NOTA: i bambini di Cossato chiamano l’edificio l’astronave, a causa del suo pittoresco tunnel d’ingresso.

IL TOCCO PIU’ KITSCH: l’astronave.

I gatti e la volpe, Cossato (BI)
DSC_00512Ristorante.

Il Manila, Roasio (VC)DSC_0037
Il Manila è uno dei night club più famosi della zona, non tanto per la qualità dei cocktail o delle ballerine quanto perché, ogni sei mesi circa, sui giornali locali appaiono fior di articoli riferiti all’ennesima chiusura del locale. Una volta perché ci girava droga, una volta perché qualche ballerina non si limitava a ballare, ma l’unica cosa certa è che ogni sei mesi il Manila chiude. Chiude talmente veloce che tu ti chiedi: “ma perché, quando cavolo l’avevano riaperto?”. Da qualche anno, tuttavia, il Manila è rimasto chiuso per davvero, e sembra che questa volta nessuno abbia intenzione di rilevarlo. Forse perché tutti sanno che, massimo sei mesi, sarebbe di nuovo chiuso.

IL TOCCO PIU’ KITSCH: il nome.

Le cave, Serravalle Sesia (VC)

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Il letto del fiume Sesia è stato, a partire già dagli anni ’70, uno dei siti più floridi per le discoteche e i locali notturni. Discoteche come Le cave e Il maneggio vengono considerate tutt’ora tra le più belle mai aperte in Piemonte e, per alcuni, nel nord Italia. Le cave sorge a Vintebbio, piccola frazione di Serravalle sul cui suolo sorgono
a) la fabbrica di rubinetti Gessi (70% del territorio)
b) l’ex discoteca Le cave
c) il bellissimo castello di Vintebbio
d) un frantoio
Costruita ai piedi della collina, in regione Cave (!), la discoteca aveva un vastissimo parco che, ai tempi d’oro, possedeva laghetti, piante con fiori, insomma, tutto ciò che serviva per renderla, soprattutto d’estate, qualcosa di davvero unico. Col Maneggio di Romagnano seppe attirare la maggior parte dei giovani della zona, a tal punto che il sabato sera la scelta era proprio tra le due discoteche. Costruita negli anni ’80, fu abbandonata presumibilmente intorno al 2006/2007/2008.

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Non conosciamo con certezza la data della chiusura (accettiamo info da chi ne sa), ma a giudicare dal perizoma a vita altissima di questa ballerina, in un video girato durante una delle ultime sere, siamo certi che si tratti proprio degli anni che vi abbiamo indicato.

Il Top, Serravalle Sesia (VC)
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IL TOCCO PIU’ KITSCH: il font della scritta.

La pipa, Prato Sesia (NO)

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Altra discoteca importantissima, corredata da una piscina e da impianti sportivi d’avanguardia (campi da tennis, calcetto, basket, volley) che nel periodo estivo si riempivano di migliaia di persone. La discoteca chiuse i battenti (come Cave e Maneggio) nel 2008, un anno decisamente “nero” per le discoteche costruite nella valle del Sesia. Come molti altri locali, La pipa fu molte cose: ristorante, pub, discoteca, addirittura – in un tentativo disperato pre chiusura – una sala bingo.

DSC_0523Quanto a dimensioni è probabilmente una delle più grandi discoteche della regione. Nel retro, divanetti e cuscini sono stati letteralmente ammucchiati. Se non avessero chiuse tutte lo stesso anno, forse avrebbero potuto venderli ad un’altra discoteca della zona.

IL TOCCO PIU’ KITSCH: il colore dei cuscini.

Il maneggio, Romagnano Sesia (NO)
DSC_0553Se si fa qualche ricerca su internet si scopre che Il Maneggio è probabilmente la discoteca più nota e più rimpianta del circondario. Nacque parecchi anni fa come ristorante e dancing, poi divenne discoteca a tutti gli effetti e, infine, chiuse nel 2008. Era famosa per il gazebo ottagonale di legno. E quella scalinata che portava al parcheggio… Quante giovani in minigonna l’hanno scesa vomitando all’ultimo gradino? Ah, il vecchio, caro saturday night liver… (questa è per pochi). Più di tutte le altre, colpisce per l’architettura squallida (cartapesta, compensato e cartone) che veniva resa magnifica con le luci, gli ornamenti, il buio. Le vetrate dell’ingresso sono state frantumate, ma il celeberrimo specchio posto sotto la cassa è ancora presente.DSC_0546

lo specchio posto sotto la cassa e, sotto, un flyer dell’ultima serataDSC_0548

Sul web si trovano ancora un forum inerente al locale (che ne contiene anche una bella descrizione) e il sito ufficiale.

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IL TOCCO PIU’ KITSCH: l’ingresso di cartapesta e compensato.

BONUS TRACK: Il Due, Cigliano (VC)
DSC_0609Merita una parentesi del tutto particolare, nonostante la lontananza rispetto agli edifici raccontati finora, la discoteca Due di Denari, detta semplicemente il Due, situata sul territorio di Cigliano e per parecchi anni punto d’incontro per i giovani di tutto il Piemonte. Nei suoi ultimi anni di apertura divenne tristemente noto per una terribile vicenda accaduta nel parcheggio. Se infatti si scrive “due di cigliano” su Google, il settimo risultato è

Ragazzo muore accoltellato fuori da discoteca vercellese

DSC_0601L’articolo si riferisce ad un fatto tragico accaduto nel gennaio 2008 nel parcheggio della discoteca: un minorenne, in seguito ad una discussione particolarmente accesa, accoltellò un cliente che morì poco dopo in ospedale. Pochi mesi dopo il fattaccio il locale, che intanto aveva cambiato nome e si chiamava Sbang, chiuse definitivamente i battenti. Alcuni fini sociologi, sul forum del locale, cercano empiricamente le ragioni della chiusura:

“allora se il 2 ha kiuso e grazie solo alle teste di kazzo ke han fatto sempre casini all interno e all esterno della discoteca,così facendo il 2 (…) ha avuto vari problemi con la questura di vecelli,portando con se un casino di denunce,ma non e colpa dello staff x questo,cosa vuoi ke ti dica se lo shock o il pigalle non avranno mai di sti problemi allora non chiuderanno mai.a noi purtroppo ci è andata così”.DSC_0606

Un altro intellettuale continua sulla stessa falsariga:

“dite tanto del due che ha chiuso perchè non aveva i soldi .chissa perchè per due anni è andato avanti sempre con grandi ospiti e locale strapieno.il vero motivo della chiusura è solo per le solite teste di …… che andavano li solo per fare casino..”

Secondo un forum italiano di musica techno i motivi sono invece altri:

“forse qulacuno cmq nn ha ancora capito che il due nn ha chiuso x colpa delle risse o per colpa della gente ma semplicemente xkè lo staff i(…) ha avuto dei problemi interni con il proprietario del locale…….scusate questa uscita ma era doveroso chiarire il perchè della chiusura del due……”

Al di là delle dicerie (e della fama di locale malfamato, acquisita solo negli ultimi tempi), il Due fu una delle music halls più floride ed importanti  del Piemonte. Fondato nel 1968 come ballo con orchestra, divenne una discoteca nei ’70. Durante i suoi 40 anni di vita vi apparirono grandi DJ (Gigi D’Agostino, si dice, esordì proprio qui), personaggi dello spettacolo (Luca e Paolo, Elisabetta Canalis, Platinette, Fabio Volo, Gabriel Garko, Cicciolina, Selen, ecc) e cantanti (Ligabue, Subsonica, Lunapop, Articolo 31, Neffa e moltissimi altri). Con la sua architettura particolare, futuristica, il Due rimane una delle discoteche più pittoresche del Piemonte, ancora viva nel ricordo di chi ne conobbe i gloriosi fasti. Punto d’incontro e dispensa musicale per ben più di una generazione. Si conserva molto bene, anche e soprattutto per la posizione “cittadina”, lontana da quella potentissima natura che si riprende il suo che le appartiene.

DSC_0605IL TOCCO PIU’ KITSCH: i commenti online di alcuni ex frequentatori.

NOTA: se vi interessa l’argomento, consigliamo l’ottimo blog memories on a dancefloor.

Thanks to: Elis

[Tutte le fotografie presenti in questo post sono tutelate dal diritto d’autore e, pertanto, possono essere riprodotte soltanto citandone il nome. Copyright Vuoti a perdere 2014]

27 thoughts on “THE SOUND OF SILENCE

  1. Voglio fare i miei complimenti agli autori sia per le fotografie sia per i testi.
    Anime sensibili! Complimenti anche per l’idea di questi reportage che con la loro desolata tristezza ci raccontano crudelmente della caducità delle cose! Renza Stratta-

    • fantastico Post! non so di dove sei…ma penso delle mie parti. dato che queste discoteche erano le “mie” ai tempi…. ps…LA ROCCA DI ARONA? e’ ancora aperta? cmq….hai davvero dimenticato il ROSA SHOCKING a Roasio…. una delle piu’ belle ai tempi. piccola, elegante, figa…. e il MASTER CLUB di Biella???? le code interminabili al VENERDI SERA e alla DOMENICA SERA per entrare? il locale, piccolo, imballato, senza finestre, con i cartoni animati proiettati sulle tivu’ incassate nei muri???? che ricordi……

  2. Buongiorno..complimenti agli autori, veramente una idea interessante che ha spolverato tanti ricordi..che tristezza vedere tutto alla rovina…se non sbaglio una volta si frequentava un certo “Maxim” in provincia di Biella, mi sembra in Valle San Nicolao o qualcosa del genere…avete notizie??? Forse è già crollato tutto!!! Ciao e grazie

    • Ciao Diego! in effetti non sei il primo a parlarmene, ed è esattamente a Valle San Nicolao… l’unico problema è che nessuno ne ricorda la posizione precisa 🙂 Continuiamo comunque a indagare! Grazie per i complimenti!
      Riccardo

      • Il maxim dovrebbe essere qui
        45,605258 8,140133

        Per quanto riguarda le cave, nel video del link che posti (ultima serata prima della chiusura) si sente TELL ME WHY di Prezioso, la canzone è del 2001 credo che quello sia il periodo di chiusura

      • Grazie mille, guardo subito! Comunque Le Cave non possono aver chiuso in quegli anni perché io ci sono andato in macchina e sono dell’88…quindi almeno 2007, 2008… grazie per le coordinate! 🙂

      • SIIII IL MAXIM !!! era proprio a Valle San Nicolao…. Il Maxim era la discoteca della DOMENICA POMERIGGIO dei giovani biellesi negli anni ottanta. purtroppo non ci sono mai andato…. ma chiuse prestissimo. se ricordo bene gia’ nei primi anni novanta….

    • Ciao Ragazzi complimenti per i reportage, i dettagli, la generosa quantità di notizie……. ma soprattutto azzeccatissimo il titolo. Sono Umberto(https://www.facebook.com/clarapenoni) con mia moglie Clara abbiamo creato una pagina: https://www.facebook.com/EsplorazioniUrbaneNovaraGenovaEDintorni/ Vi volevo chiedere se possiamo sentirci in Posta Privata che ho da chiederVi l’indirizzo di 2/3 disco. Nella pagina troverete le foto di un’altra disco dismessa da anni da inserire nei Vostri elenchi: ex Discoteca Sgt Peppers/ Amadeus/ Mithos — a Momo. Qualcuno conosce una ex disco forse andata in fiamme a Paruzzaro -NO- ho dei nomi NAXO DADARA confermo che il cole di Sizzano è chiuso

  3. Innanzitutto complimenti per l’articolo e l’idea di ricordare tutti questi luoghi che hanno movimentato le nostre notti, accomunando ragazzi di generazioni diverse. Io ho frequentato le cave, il maneggio e la pipa. Ma una parte del mio cuore è rimasta alle cave! Location unica, bella musica e sempre una buona dose di energia e divertimento! Chiuse nell’estate del 2005, credo a giugno. Purtroppo non ricordo con precisione. Ma gli ultimi mesi la gestione era già cambiata, ed il locale durante quel periodo non è stato magico come lo era stato in passato. Magari riaprisse!!!!

  4. Bell’articolo sull’onda emozionale della memoria. Un piccolo appunto, vi siete dimenticati il “Rosa Shocking” (tra Gattinara e Roasio) e il “Black Jack” di Sizzano.

  5. Bella idea ricordare quei locali che per noi del ’67 e dintorni, rimarranno sempre nei nostr ricordi inquanto legati ad un passato spensierato e felice.
    Non ci dimentichiamo pure dei locali mitici di vercelli, MACISTE, ASTORIA, DUE ARCHI, BLU VALENTINE, VANILLAS…tutte limpide nei miei ricordi. Geppo DJ

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